La Camera respinge l’autorizzazione a procedere contro Nordio, Piantedosi e Mantovano nel caso Almasri. Decisivo il ruolo dei franchi tiratori.
Mentre Donald Trump ha annunciato l’intesa tra Israele e Hamas, in Italia si è consumato un importante passaggio parlamentare nel caso Almasri. La Camera dei deputati ha infatti respinto l’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro della Giustizia Carlo Nordio, del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e del sottosegretario Alfredo Mantovano. Il voto, come riportato da L’Ansa, ha mostrato una maggioranza rafforzata da franchi tiratori provenienti dall’opposizione, suscitando forti reazioni politiche in Aula.

Caso Almasri: la Camera dice “no”, l’ombra dei franchi tiratori
L’Aula della Camera, come riportato da L’Ansa, ha seguito le indicazioni della Giunta per le autorizzazioni, respingendo le tre richieste di procedere contro i membri del governo. I voti favorevoli alla negazione dell’autorizzazione sono stati 251 per Carlo Nordio, 256 per Piantedosi e 252 per Mantovano. I voti contrari, rispettivamente, 117, 106 e 112.
Un dato significativo è che i gruppi di maggioranza contano 242 deputati, a cui si aggiungono tre voti dal gruppo misto. Il superamento di questa soglia suggerisce il contributo di alcuni deputati delle opposizioni, anche se formalmente soltanto Italia Viva aveva annunciato il proprio sostegno a Piantedosi. Alcune assenze nel centrodestra, come quella di Augusta Montaruli diventata da poco madre, rendono ancora più evidente il ruolo dei voti trasversali.
Le congratulazioni di Giorgia Meloni e tensioni dalle opposizioni
Il risultato del voto è stato accolto con entusiasmo dai banchi del centrodestra, da cui si sono levati applausi. Giorgia Meloni, presente al banco del governo, si è subito congratulata con i ministri Nordio e Piantedosi, lasciando poi rapidamente l’Aula.
Numerosi esponenti della maggioranza, tra cui il capogruppo di Fratelli d’Italia Galeazzo Bignami, si sono uniti alle congratulazioni stringendo la mano ai protagonisti del voto, tra cui anche un sorridente Nordio.
La tensione è esplosa quando Riccardo Ricciardi (M5s), prendendo la parola sullordine dei lavori, ha attaccato frontalmente la premier: “Chiedo alla Meloni di tornare in Aula non solo per salvare i suoi ministri dal processo per aver salvato con i soldi pubblici uno stupratore, ma di venire più spesso, visto che non è venuta quando glielo abbiamo chiesto per parlare del genocidio, per parlare dei nostri concittadini della Flotilla, per parlare dei dazi che stanno soffocando famiglie e imprese; torni in aula per parlare di cose vere“.
Poco dopo, il ministro Nordio ha rilasciato un commento molto critico: “Da modesto giurista lo strazio che il Tribunale dei ministri ha fatto delle norme più elementari del diritto è tale da stupirsi che non gli siano schizzati i codici dalle mani, ammesso che li abbiano consultati“.